Nota metodologica
Quadro di riferimento: il progetto tematico
I dati presentati e analizzati in questa pubblicazione fanno riferimento ai principali risultati ottenuti nell’ambito del progetto tematico Istat “Percorsi di stabilizzazione dei cittadini stranieri e di origine straniera: analisi dei comportamenti familiari attraverso l’integrazione tra fonti”. L’obiettivo del progetto è stato quello di ricostruire la sequenza delle tappe dei principali comportamenti familiari vissuti in Italia dai “nuovi italiani” nell'ultimo decennio. Si è trattato di analisi di carattere sperimentale effettuate solo per alcuni anni e su aspetti specifici con l'intento di focalizzare l’attenzione su questo particolare segmento di popolazione ancora poco conosciuto ma portatore di caratteristiche e bisogni potenzialmente diversi da quelli sia degli autoctoni sia dei cittadini stranieri (Strozza, Conti, e Tucci 2021).
Il progetto si pone in continuità con il progetto di ricerca “Accoglienza, integrazione e cittadinanza: nuovi approcci per l'analisi dei percorsi e dei modelli migratori” i cui risultati si sono armonizzati con quelli del progetto “Una misura delle emigrazioni italiane attraverso l'integrazione e l'analisi di dati amministrativi” e sono confluiti nel volume Strozza S., Conti C., e Tucci E. 2021. Nuovi cittadini. Diventare Italiani nell’era della globalizzazione. Bologna: Il Mulino.
L’attenzione viene posta su alcuni snodi cruciali nella vita di un individuo come l’ingresso regolare nel nostro Paese, il matrimonio, la nascita di un figlio o la dissoluzione del matrimonio. Tutti questi eventi vengono letti alla luce di un’altra tappa importante, ossia quella dell’acquisizione di cittadinanza, che si può inserire in momenti diversi del ciclo di vita dell’individuo.
Partendo da un’integrazione tra microdati provenienti da differenti fonti è stato possibile porre a confronto i percorsi dei cittadini stranieri e dei nuovi italiani illustrandone le tappe più salienti. Si sono messi in luce percorsi “semplici” (ad es. due cittadini stranieri che si sposano nel 2014) contrapposti a percorsi più complessi (ad es. una cittadina straniera che diviene italiana nel 2013, si sposa nel 2014 con un cittadino straniero, nel 2016 lo sposo straniero diviene italiano per acquisizione e nel 2020, in piena pandemia, hanno un figlio). Si propone in questo lavoro una visione sintetica che però allo stesso tempo possa testimoniare e valorizzare la complessità del fenomeno.
Fonti di dati utilizzati
Il dato che ha reso possibili le analisi qui presentate è quello sulle acquisizioni di cittadinanza. Si tratta di un archivio che l’Istat ha cominciato a elaborare in anni recenti. Dal 2012 è stato messo in piedi un processo di costruzione di un archivio degli stranieri che acquisiscono la cittadinanza italiana in Italia durante l’anno; la procedura prevede l’integrazione di diverse fonti: giuramenti e concessioni di cittadinanza, liste anagrafiche comunali, Registro Base degli Individui (RBI), iscrizioni e cancellazioni anagrafiche, Anagrafe della Popolazione Residente (ANPR). L’archivio delle acquisizioni di cittadinanza nell’anno contiene sia le principali informazioni anagrafiche (sesso, cittadinanza precedente all’acquisizione, data di nascita, ecc.) sia quelle relative all’evento (modalità, data e provincia di acquisizione). L’informazione sulla modalità di acquisizione per residenza e matrimonio deriva dall’archivio dei giuramenti di cittadinanza del Ministero dell’Interno mentre altre modalità vengono ricavate dai dati anagrafici (trasmissione del diritto dai genitori ai minorenni, elezione al diciottesimo anno di età per i nati in Italia). Coloro che acquisiscono per discendenza (ius sanguinis) sono, infine, individuati mediante record linkage tra archivi, in particolare con quello delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche. Resta tuttavia una quota contenuta (per le acquisizioni del 2024 circa il 4%) per cui non si dispone dell’informazione sulla modalità di acquisizione della cittadinanza italiana; in questi casi si procede con una procedura di imputazione probabilistica del dato mancante.
Negli ultimi anni, l’Istat ha reso disponibile anche il dato sui residenti a fine anno che sono divenuti italiani per acquisizione; anche in questo caso la procedura comporta l’integrazione degli archivi delle acquisizioni di cittadinanza annuali (dal 2011 in poi), degli individui al Censimento generale della Popolazione e delle abitazioni del 2011 (che avevano dichiarato di aver acquisito la cittadinanza italiana) e del Registro base degli Individui (RBI).
Seguendo l’approccio del ciclo di vita si sono considerate varie fonti che permettono di studiare i comportamenti dei cittadini di origine straniera in alcuni snodi cruciali.
Il primo ingresso formale in Italia è stato possibile analizzarlo considerando la fonte sui permessi di soggiorno. Si tratta di un archivio amministrativo del Ministero dell’Interno che fornisce informazioni sugli stranieri non comunitari cui annualmente viene rilasciato un permesso di soggiorno per entrare in Italia; il Ministero trasmette anche il dato sui permessi di soggiorno validi a fine anno. Gli archivi contengono sia informazioni anagrafiche (sesso, cittadinanza, data e luogo di nascita, ecc.) sia relative al documento di soggiorno (motivo del permesso, periodo di validità, provincia di rilascio, ecc.). I dati sui permessi di soggiorno, una volta in Istat, subiscono un processo di controllo e correzione; vengono inoltre pseudonimizzati tramite il codice SIM che consentirà il record linkage con altri archivi. L’Istat elabora i dati sui permessi di soggiorno a partire dalla fine degli anni Novanta, anche se i microdati utili per l’integrazione degli individui sono disponibili a partire dal 2007, sia per i primi rilasci sia per i permessi validi al 31 dicembre.
Per quanto riguarda la formazione e l'ampliamento della famiglia sono state considerate le rilevazioni Istat su matrimoni, unioni civili tra coppie dello stesso sesso e nascite.
La rilevazione sui matrimoni è di fonte Stato Civile, istituita dall'Istat nel 1926, consente di analizzare il fenomeno della nuzialità, per ordine di matrimonio, in relazione alle principali caratteristiche socio-demografiche degli sposi. Considera tutti i matrimoni (religiosi concordatari e i matrimoni civili) celebrati in Italia (indipendentemente dalla residenza italiana o estera degli sposi). Per ciascun evento, si rilevano le caratteristiche del matrimonio (data, rito di celebrazione, comune di celebrazione e regime patrimoniale) e quelle degli sposi (tra cui data di nascita, comune di nascita, comune di residenza al momento del matrimonio, stato civile precedente, titolo di studio e cittadinanza). Le informazioni su stato civile precedente e titolo di studio vengono validate utilizzando l’integrazione con il Registro Base degli Individui (RBI).
La rilevazione sulle unioni civili è di fonte Stato Civile, istituita dall'Istat nel 2018, ha per oggetto tutte le unioni civili della popolazione presente in Italia e consente di analizzare le principali caratteristiche socio-demografiche degli uniti e monitorare l’evoluzione del fenomeno. Rileva le principali notizie sull’unione civile (data, comune di costituzione e regime patrimoniale) e sugli uniti (tra cui sesso, data di nascita, comune di nascita, comune di residenza al momento del matrimonio, stato civile precedente, titolo di studio e cittadinanza). Le informazioni sul titolo di studio vengono validate utilizzando l’integrazione con il Registro Base degli Individui (RBI).
La rilevazione sulle nascite è esaustiva e ha per oggetto i nati vivi (in Italia o all’estero) residenti nei comuni italiani a seguito dell’iscrizione in Anagrafe per nascita. Dal 2020 l’anno di riferimento della rilevazione è quello di evento; negli anni precedenti l’anno di riferimento era quello di registrazione in Anagrafe. Attualmente i dati sono rilevati attraverso la contabilizzazione dei modelli individuali relativi alle iscrizioni in Anagrafe per nascita acquisiti attraverso le notifiche inviate dai comuni italiani al sistema ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente). Le variabili oggetto della rilevazione sono, per il nato, nome, sesso, luogo di residenza e di nascita, cittadinanza, ordine di nascita e filiazione (nati da genitori coniugati o meno) e, per i genitori, cittadinanza, stato civile ed età.
Infine, per studiare l’instabilità coniugale sono stati analizzati i dati della rilevazione dei “Divorzi” e quelli del Registro Base degli Individui (RBI).
La Rilevazione Istat "Separazioni personali dei coniugi, scioglimenti e cessazioni degli effetti civili del matrimonio (divorzi), scioglimenti delle unioni civili" ha come obiettivo quello di rilevare mensilmente la numerosità degli eventi nonché le caratteristiche degli accordi/provvedimenti e quelle dei coniugi/uniti che pongono fine al proprio matrimonio/unione civile. Questa rilevazione riguarda sia gli accordi extragiudiziali di separazione, divorzio e scioglimento di unione civile redatti direttamente (ex art.12, Legge 162/2014) o registrati (ex art. 6, Legge 162/2014) presso lo Stato Civile di ciascun comune che i provvedimenti di separazione, divorzio e scioglimento di unione civile trasmessi dalle autorità giudiziarie italiane agli Uffici di Stato Civile che procedono con le conseguenti annotazioni.
Il Registro base degli individui, delle famiglie e delle convivenze (RBI) costituisce il riferimento unico per tutte le statistiche ufficiali (Censimento permanente della Popolazione e delle abitazioni e statistiche socio-demografiche) riferite alla popolazione abitualmente dimorante. Assicura la coerenza tra due stock successivi di popolazione e i flussi della dinamica demografica per la popolazione residente e rappresenta la struttura di riferimento per l'estrazione dei campioni del sistema delle indagini sociali e delle rilevazioni connesse al Censimento permanente della Popolazione e delle abitazioni. Garantisce gli output necessari per il monitoraggio e la valutazione delle normative e per le esigenze di policy sia a livello nazionale sia locale; contribuisce al miglioramento della qualità delle fonti anagrafiche, anche organizzate nel sistema ANPR (Anagrafe nazionale della popolazione residente), rendendo possibile il calcolo di specifici indicatori. Le variabili raccolte si riferiscono ai singoli individui e includono caratteristiche personali e familiari come data e luogo di nascita, sesso, stato civile, livello di istruzione, cittadinanza, e vengono utilizzate per descrivere la popolazione.
Integrazioni tra dati
Uno dei contributi più originali di questa pubblicazione risiede nell'uso di fonti di microdati amministrativi integrati. Ogni fonte ha le sue caratteristiche ed è stato deciso, volendo adottare un approccio longitudinale, da quali dati partire per poter analizzare in maniera più efficace i cambiamenti. La dimensione della coppia è interessante da studiare, ma partire da dati dell’individuo consente maggiori intersezioni tra i dati. Si è scelto, quindi, a seconda dei fenomeni studiati, di focalizzare l’attenzione alternativamente sulla coppia (ad esempio partendo da eventi come il matrimonio, l’unione civile o la nascita di un figlio) o sull’individuo (partendo dai permessi di soggiorno o dai cambi di stato civile).
Per le analisi presentate nei paragrafi “I matrimoni per tipologia di coppia”, “Le unioni civili con almeno un cittadino con background migratorio” e “Tipologie di coppia a confronto: la differenza media di età tra i partner” sono stati integrati, tramite record linkage deterministico con chiave di aggancio pseudonimizzata (codice SIM) i dati delle acquisizioni di cittadinanza (in ottica longitudinale) e le informazioni fornite, alternativamente, dagli archivi dei matrimoni e da quelli delle unioni civili. Attraverso la costruzione di una nuova variabile tipologia di coppia è stato possibile tenere in considerazione in maniera “dinamica” le intervenute acquisizioni di cittadinanza andando a verificare, per i matrimoni, dal 2011 al 2023, e per le unioni civili, dal 2018 al 2023, la crescente rilevanza dei nuovi cittadini. Tali dati “integrati” hanno permesso di confrontare i profili di cittadini stranieri, neo-italiani e italiani dalla nascita, distinti per genere soprattutto in termini di differenze di età medie (age gap) con un focus per l’anno 2023. Infine, adottando un approccio longitudinale per coorte di matrimonio – prendendo in considerazione la coorte del 2014 – si è andati a verificare dopo quanti anni dal matrimonio fosse stata acquisita la cittadinanza italiana, illustrando similitudini e peculiarità per tipologia di coppia.
Per le analisi presentate nel paragrafo “Nati da genitori con background migratorio: un’analisi territoriale e per cittadinanza” sono stati considerati i nati nel quinquennio 2018-2022 da coppie con almeno un genitore italiano per acquisizione (circa 92 mila nati e circa 83 mila coppie di genitori). A questo scopo sono stati integrati, tramite record linkage deterministico con chiave pseudonimizzata (codice SIM), i dati delle nascite con quelli delle acquisizioni di cittadinanza. Sono state analizzate le varie tipologie di coppia andando di volta in volta a mostrare la distribuzione di queste a livello di ripartizioni di residenza. Inoltre, è stato mostrato il dettaglio delle principali cittadinanze precedenti all’acquisizione. Infine, operando un’ulteriore integrazione tra microdati, è stato effettuato un record linkage dei dati delle nascite fin qui considerate con i dati dei matrimoni del periodo 2007-2023; l'aggancio ha riguardato il 28% delle coppie di genitori (circa 23 mila). In questo modo si è potuta analizzare la sequenza delle tappe per le coppie che hanno avuto un figlio nel quinquennio 2018-2022 tra matrimonio avvenuto in Italia, nascita del figlio iscritto in Anagrafe in Italia e acquisizione di cittadinanza per coloro che hanno sperimentato tutti e tre questi eventi.
Per il paragrafo “I divorzi in età avanzata” sono stati integrati, tramite record linkage deterministico con chiave pseudonimizzata (codice SIM), i dati dei divorzi dal 2015 al 2022 con quelli delle acquisizioni di cittadinanza per monitorare l’evoluzione del fenomeno dell’instabilità coniugale che coinvolge i nuovi cittadini. Inoltre, per accertare un cambiamento nello stato civile (da sposato a divorziato) e costruire indicatori di dissoluzione matrimoniale, è stata effettuata un'integrazione a livello micro con il Registro Base degli Individui (RBI) in due differenti momenti (1° gennaio 2022 e 31 dicembre 2022). Anche in questo, caso, per recuperare l’informazione sull’acquisizione di cittadinanza si è fatto ricorso all’integrazione dei dati di Registro con quelli sulle acquisizioni di cittadinanza (flussi annuali) e sui nuovi cittadini (stock dei residenti che hanno acquisito la cittadinanza). Focalizzando l’attenzione sui silver splitter, vengono tracciati dei profili sulla base di alcune caratteristiche socio-demografiche e del matrimonio (osservate per gli esposti a rischio a inizio 2022) e vengono messi a confronto coloro che, alla fine del 2022, risultano divorziati con coloro che risultano, invece, coniugati.
Infine, per il paragrafo “Percorsi di integrazione a confronto”, partendo dal record linkage deterministico, tramite chiave pseudonimizzata (codice SIM), tra matrimoni, acquisizioni di cittadinanza e permessi di soggiorno per gli anni 2011-2023, l'analisi è stata condotta per coorte di ingresso in Italia (con primo permesso di soggiorno) per vedere se e quando gli immigrati si sono sposati in Italia e se e quando hanno acquisito la cittadinanza italiana. In particolare, sono state individuate le due coorti di ingresso in Italia relative ai primi rilasci di permesso di soggiorno del 2014 e del 2018; i due collettivi, oltre ad avere più o meno la stessa significativa consistenza numerica – circa 200 mila cittadini stranieri non comunitari maggiorenni – , sono allo stesso tempo sufficientemente lontani nel tempo per rendere significativa l’occorrenza degli eventi di interesse; inoltre, per entrambe le coorti una percentuale elevata degli individui maggiorenni presenta la chiave per il record linkage: circa l’82% per il 2014, il 91% per il 2018. Per verificare l’ipotesi che le tappe dell’integrazione possano seguire una sequenza diversa da quella attesa il periodo di osservazione è stato esteso anche ad alcuni anni prima dell’emissione del primo permesso di soggiorno, visto che il matrimonio si può celebrare anche precedentemente all’iter formale di ingresso in Italia. Per esigenze di comparabilità, in seconda battuta, si è fatto poi riferimento solo ai cinque anni successivi per entrambe le coorti analizzando cosa è successo in termini di matrimonio e/o acquisizione e in che ordine. Tra le variabili considerate si è dato notevole risalto al genere, al motivo del permesso di soggiorno e alle principali cittadinanze.